Alla conferenza dei capigruppo svoltasi ieri a Palazzo Farnese, è andato in scena l’ennesimo atto di subordinazione politica di una maggioranza che, pur di difendere i vertici legati al governatore Vincenzo De Luca, ha preferito dire “no” a prescindere, ignorando una proposta avanzata dai gruppi consiliari di opposizione. Un comportamento distante dalla discussione democratica che ci si aspetterebbe dai consiglieri comunali, specialmente riguardo il tema al centro del dibattito.
Tema della discussione, infatti, era la tragedia della funivia del Faito, il cui crollo il 17 aprile scorso ha provocato la morte di quattro persone e ha scosso l’intera comunità stabiese. Il consiglio comunale monotematico previsto per il 17 maggio avrebbe potuto rappresentare un’occasione di unità istituzionale per reagire con responsabilità e coraggio. Ma così non è stato.
I capigruppo di opposizione di Forza Italia, Progetto Stabia e Stabia Unica – rappresentati in consiglio comunale rispettivanente da Antonio Cimmino e Nicola De Filippo per il partito di Tajani, Pasquale D’Apice e Pasquale D’Apice– avevano proposto di sottoporre al consiglio comunale un documento congiunto che includesse, oltre alla costituzione di parte civile dell’ente in un eventuale procedimento penale, anche la richiesta di dimissioni dell’intero CdA di EAV, la società regionale che gestisce l’impianto della funivia.
Una richiesta non ideologica, quella presentata da Cimmino, De Filippo, Federico e D’Apice, ma fondata sulle evidenze finora emerse dalle indagini e dalle stesse ricostruzioni giornalistiche, che mostrano gravi lacune nella manutenzione e nella gestione della sicurezza dell’impianto. Anche laddove le responsabilità penali fossero da accertare, resta indiscutibile una responsabilità amministrativa e civilistica che dovrebbe condurre a un atto di responsabilità politica: le dimissioni.
Ma da parte della maggioranza consiliare è arrivato un rifiuto netto, granitico, impermeabile alla logica e alla giustizia. Un rifiuto che si spiega soltanto con il legame organico che lega l’amministrazione del sindaco Vicinanza ai vertici regionali e al sistema di potere incarnato da De Luca, De Gregorio e dagli altri membri dell’EAV.
Un elemento che rende ancora più grave quanto accaduto è che proprio ieri il presidente dell’EAV Umberto De Gregorio è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati. La proposta avanzata dalla minoranza, se fosse stata approvata, avrebbe rappresentato un segnale politico chiaro e inequivocabile, spingendo il dirigente – oggi formalmente sotto inchiesta – a dover prendere in seria considerazione le proprie dimissioni. Ma la maggioranza ha scelto di proteggerlo, di garantirgli copertura, ignorando le responsabilità emergenti e voltando le spalle al principio della trasparenza e del rispetto istituzionale.
Ci si aspettava una posizione condivisa, un fronte unito a sostegno della comunità stabiese ferita da una tragedia evitabile. Invece, l’amministrazione ha preferito restare fedele al sistema di potere regionale, anche a costo di sacrificare la dignità dell’ente e il diritto della città a una reazione forte, autorevole, credibile. I cittadini stabiesi hanno il dovere di riflettere. È in gioco la dignità della comunità e il futuro della democrazia locale. La tragedia della funivia del Faito non può essere archiviata con il silenzio complice: chi ha responsabilità, a ogni livello, deve risponderne. E chi siede nelle istituzioni ha il dovere di agire in nome e per conto della città, non di un padrone politico.